Gli Australian Open del 2022 non saranno mai dimenticati


Un titolo laconico ma veritiero, quello che introduce la nostra dissertazione sugli Australian Open 2022. L’edizione numero 110 del primo dei quattro tornei del Grande Slam si è appena conclusa segnando più di un record: non solo l’ennesima vittoria del grande Rafael Nadal, ma anche la tribolata e discussa vicenda che ha coinvolto il numero 1 al mondo, il serbo Djokovic. La sua espulsione dal suolo australiano e la conseguente esclusione dalla gara, è stato uno dei capitoli più memorabili e controversi della storia sportiva.
Ma nonostante la sua assenza, gli Open si sono rivelati davvero spettacolari. Una escalation di record, dicevamo, che riguardano certamente la finalissima fra Nadal e Medvedev, preso quest’ultimo letteralmente a morsi sui nervi e sui muscoli da un ispanico tenace e, forse proprio per questo, trionfatore. Ben 5 ore e 24 minuti, una partita iniziata malissimo per Rafael Nadal e svoltata quando il suo svantaggio era di ben 2 set a zero. La sua rimonta ha sbriciolato la tattica e la tenuta psicologica del russo, decretando la ventunesima (si, avete capito bene!) vittoria dello spagnolo negli Slam.
Un successo storico, inaspettato per il trentacinquenne fuoriclasse originario di Maiorca, che ha detto: “E’ incredibile che solo 45 giorni fa pensavo di dover smettere… Prima di cominciare, avrei detto che questo era il mio ultimo Aus Open: oggi non lo penso, dico solo che farò il mio meglio per tornare anche il prossimo anno”.
E per stare in tema di primati, non possiamo non citare l’impresa del nostro Matteo Berrettini, il quale si sta imponendo per le tante partecipazioni alle competizioni più importanti a livello globale. In meno di un anno, infatti, il campione detto “The Hammer” per la potenza dei suoi colpi migliori (il servizio e il dritto), ha partecipato alla finale di Wimbledon (luglio 2021) e alla semifinale di questi Australian Open, incontrando nella prima occasione Mr. campione del mondo Novak Djokovic, e Nadal nella seconda recentissima disputa.
Matteo Berettini, al momento, è piazzato nella top 6 mondiale, prima volta per un italiano dopo 45 anni. Forse non arriverà mai a vincere un Grande Slam, ma non si può certo non santificare, passateci il termine, un ragazzo che è riuscito là dove nessun altro giocatore “azzurro” era riuscito in oltre un secolo di storia del tennis: arrivare ai quarti di tutti i tornei degli Slam ed essere il primo a giocare una semifinale di Australian Open.
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